Pubblichiamo quanto segnalatoci dall'Ente Parco Antola, che ha al suo interno alcuni circoli a noi affiliati, che svolgono principalmente attività di pesca. L'Ente si dimostra - in queste righe - molto preoccupato e certamente perplesso dalle recenti decisioni del Consiglio Regionale ligure - fra l'altro proprio in questi giorni al centro dell'ennesimo scandalo... - in merito all'accorpamento di tutti i sei Enti parco della Liguria in uno, solo ed unico, certamente decentrato rispetto ai territori di effettiva competenza. Ecco le righe inviateci.
DIFENDIAMO IL NOSTRO PARCO!
Poco tempo fa abbiamo apprezzato presso la Regione Liguria, in pubblica assemblea e nei svariati gruppi di lavoro costituiti a corollario, quanto strategico possa essere investire nell’ambiente non solo per estetica, biodiversità o qualità della vita: il rapporto costi-benefici delle aree protette ha un saldo assolutamente positivo. Ottimo il progetto, ottimi i relatori, ottima la partecipazione, ottimo il motto circolare “Rendersi conto per rendere conto”, pure da capovolgere e ripetere all’infinito, ottime le parole della padrona di casa, l’Assessore all’Ambiente Renata Briano, nel santificare l’evento ed i brillanti risultati. Tutto bene, quindi. E invece no, non abbiamo fatto in tempo a sfogliare fino in fondo i bilanci di sostenibilità, ad apprezzarli per i risultati ottenuti che sono suonate le campane a morto per le nostre aree protette e, in particolare, per la nostra area protetta: il Parco dell’Antola. Ancora una volta ci siamo sentiti un “parco buoi”, un manipolo di volenterosi chiamati ad infoltire l’uditorio dell’evento di turno. Con un emendamento del 12 dicembre 2012 senza alcuna avvisaglia la Regione Liguria ha stabilito la riunione dei sei enti parco regionali in un unico ente. Ci siamo resi conto in un attimo che il lungo e duro percorso che ha portato il Parco ad essere un punto fermo per il territorio, le amministrazioni, il volontariato, la conservazione della cultura materiale, l’intero tessuto socio-economico legato alle produzioni tipiche ed eccellenze agro-silvo-pastorali rischia di spezzarsi tragicamente. È vero, viviamo momenti cupi dove ormai nulla è sicuro, però di fronte a tale assurdità che rischia di penalizzare soprattutto i parchi montani non possiamo essere acquiescenti: il Parco, il suo simbolo, la sua specificità devono rimanere nelle nostre valli, Scrivia e Trebbia, non diventare un aggregato lontano ed astratto di un qualcosa che non potremo riconoscere come nostro.
Prima abbiamo applaudito, ci siamo compiaciuti, ci siamo anche sentiti utili.
Ora il contesto è cambiato e con esso sono cambiati i nostri sentimenti: facciamo in modo che se ne rendano conto.
Ente Parco Antola
Nella foto, una suggestiva veduta invernale dal rifugio del Parco Antola
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