Domenica prossima, 26 Febbraio ore 15, al Grondona di Pontedecimo andrà in scena la sfida di Eccellenza fra i padroni di casa del San Cipriano e gli ospiti della Sammargheritese. Arbitro Gaia Michelotti, ex giacchetta nera Aics, all’esordio assoluto nel campionato principe dei dilettanti liguri. La Michelotti, nostro arbitro dal 1997 al 2001, chiude così in bellezza un’escalation partita dalle polveri dei tornei amatoriali e giunta fino all’erba sintetica dell’Eccellenza ligure. Una bella soddisfazione, per lei e anche un po’ per la Sezione che da anni mandiamo avanti con grande orgoglio.
Gaia, ci rivediamo dopo qualche anno…
«Fa sempre piacere… All’Aics devo tanto e ne conservo un grande ricordo».
Iniziasti nel lontano 1997, all’età di 18 anni. Perché? E perché proprio all’Aics?
«Fu una storia strana. All’epoca avevo un fidanzato che faceva l’arbitro, mentre io giocavo a calcio in Federazione da dieci anni. Lui litigò con l’Ente per il quale dirigeva e minacciò di smettere. Io, che non lo volevo a casa, gli dissi: “Ti accompagno a fare il corso in Aics, ci sono dei miei amici che giocano lì e me ne hanno parlato bene”. Così iniziai e quattro anni volarono via come niente».
Poi, l’esperienza in Federazione, dove hai bruciato le tappe.
«In quattro anni sono arrivata in Eccellenza, un risultato veramente importante di cui sono orgogliosa. Quando mi è arrivata la designazione mi son quasi messa a piangere… Ringrazio tutti coloro che hanno avuto fiducia in me».
In percentuale, come spartisci i meriti di questo gran bel risultato?
«50% miei, 40% Aics e 10% Federazione. Ma entrambe le esperienze sono state importanti per me».
Consiglieresti l’Aics ad un ragazzo che si affaccia per la prima volta all’hobby arbitrale?
«Sicuramente, e spiego il perché. La Sezione Aics prepara, segue e stimola i suoi “uomini” in un modo fantastico. Viene privilegiato il gruppo in primis, senza dimenticare il regolamento che svolge un ruolo fondamentale. Non è facile fare amare questo tipo di attività alle persone, in Aics ci sono riusciti con quasi tutti. Purtroppo ci sono state negli anni anche le cosiddette “mele marce”, ma la Sezione le ha allontanate sebbene in alcuni casi fossero tecnicamente valide. Questo per dire quanto conti in Aics lo stare insieme in un certo modo».
L’ultima domanda è banale e scontata, ma necessaria dal momento che tanti giovanissimi si stanno iscrivendo ai Corsi Aics. Che cosa consigli ai novizi?
«Di restare umili anche quando si diventa esperti, di aver sempre voglia di imparare e di non fare mai i presuntuosi. E con la guida della Sezione Aics, lo dimostra il mio caso, si può fare bene anche in Federazione».