E anche quest’anno siamo partiti... Il periodo delle prenotazioni, conferme e scelta campi è terminato, ormai tutte le squadre stanno iniziando a giocare, a provare l’ebbrezza dei 3 punti in palio...
Durante gli incontri avuti con le squadre abbiamo ascoltato (e si continueranno ad ascoltare) sui campi le disquisizioni più disparate: quello che è stretto, quello che ha il fondo duro, l’altro con le luci basse, quello distante, quello umido e che si scivola, e via così. In definitiva non se ne salva neanche uno, ogni campo raccoglie mari di critiche. Non parliamo poi di quello diviso in due e che allora si è spaesati, mancano i riferimenti e si perde il pallone a ben… 15 metri! Chissà come fanno quelli che giocano nei campi con la pista d’atletica, o quelli delle altre regioni, per non dire in altri Paesi (Inghilterra, ecc), che hanno 3, 4, 6 campi uno attaccato all’altro, con una staccionata di un metro che li divide.
Ognuno ha scelto il suo campo del cuore, se c’è riuscito, se l’ha trovato ancora disponibile, se si è iscritto abbastanza presto. Si sa alcuni campi che “vanno per la maggiore” si esauriscono in un baleno. Per le squadre dell’infrasettimanale, spesso, il patema della scelta si concentra maggiormente sul giorno ad hoc, che può essere solo “quello” se no Mimmo non può perché ha la palestra, Gigi non può nell’altro giorno perché già gioca altrove, mercoledì no perché c’è la champion’s, venerdì nemmeno a parlarne perché c’è la movida. E… via così.
Quest’anno poi, in particolare, abbiamo avuto numerosi cambi d’idea in corso d’opera. Così provi a modificare, trovare la soluzione, trovi anche sistemazioni miracolistiche ad alcuni che si erano dovuti accontentare ma si erano tanto raccomandati “se per caso capita”. Capita, li sposti: Eh no, hanno cambiato idea, non va più bene.
Anche alcune squadre a 11 hanno aderito al club degli indecisi ma in questo caso la questione si è legata maggiormente ai problemi creati dai campi, come quelli che a settembre ci hanno detto che “c’era un problema” o altri che “tergiversano” per un mese prima di siglare l’accordo. I calendari hanno dovuto, nostro malgrado, aspettare a vedere la luce. Ce ne scusiamo veramente con tutti.
Sulla questione campi vogliamo però aggiungere due cose, che potranno forse apparire un po’ contraddittorie fra loro. La prima riguarda il ben noto ed epocale salto di qualità dei campi genovesi. Ricordate? Eravamo già abbondantemente entrati nel terzo millennio quando tutti i campi genovesi, a 7 e a 11, erano ancora in terra. Quella terra polverosa, gibbosa, pietrosa che ha spesso battezzato le nostre natiche. Improvvisamente apparve il verde! Di plastica, si, ma comunque bello, soffice, con le righe ben tracciate. Una goduria. I campi che non si adeguavano rimanevano via via tagliati fuori. E’ il caso del Branega, del Canova e, sino ad ieri, del S.Carlo di Voltri. Nel frattempo però il tempo è passato e numerosi impianti cominciano a soffrire. Inutile sorprendersi, i segni di cedimento affioreranno sempre più, e con essi cominciano a serpeggiare leggende di campi con avallamenti che diventano buche che sembrano pozzi; righe bianche inghiottite dal terreno; l’erba a volte non è uniforme e ci si inciampa manco fosse un marciapiede; non parliamo poi se sul manto c’è uno strappetto, si narra di giocatori che in un dribbling si sono infilati li sotto e non sono più usciti. A parte gli scherzi, questa è la situazione, bisogna ricordarsi che siamo comunque ad anni luce da quando c’era polvere e fango. E’ anche vero che nei prossimi anni molti campi dovranno affrontare un adeguato rinnovamento e, ahinoi, prepariamoci ad una nuova impennata dei prezzi. Nel frattempo, forse, molti che con il verde sono diventati calciatori, torneranno spettatori.
Infine un cenno alle squadre iscritte. Lo diciamo come al solito solo una volta, anche se ci sarà chi verrà a dirci, in un astioso rigurgito, che siamo sempre e solo bravi a lodarci e imbrodarci. Lo diciamo per “dovere di cronaca” ma anche perché pensiamo che a molti altri possa far piacere appartenere e contribuire ad una “squadra” vincente. Pensavamo seriamente che i tanto dibattuti “venti di crisi” dovessero condurre ad una contrazione delle squadre iscritte, e invece, nonostante qui tutti paghino le loro quote di partecipazione, nonostante la nostra proverbiale e severa pignoleria, nonostante la mancanza di assillanti sms o telefonate…. invece, sia pur di poco, noi, abbiamo ripreso a salire: 231 è il numero totale contro le 229 delle ultime due stagioni.
Ora si entra decisamente in un’altra, speriamo splendida, stagione di puro calcio. Una stagione che faremo il possibile per concludere in una… splendida cornice. |