A chi leggerà questo articolo chiediamo di farsi portavoce all’interno della propria squadra di quelle che sono delle regole del Gioco del Calcio che sono conosciute dai più in maniera profondamente distorta se non addirittura completamente sbagliata. Si tratta delle classiche leggende metropolitane che sono nate un certo giorno chissà quanti anni fa e che si fa fatica a sradicare dalla testa sia di calciatori sia (ahinoi) di alcuni arbitri.
Il problema è che quegli arbitri che cercano di applicare la regola così com’è si trovano a dover subire molte più proteste di quelli che invece sbagliano andando dietro alla “massa”. Vi possiamo assicurare che le regole che stiamo per andare a spiegare sono esattamente così, ma per chi non si fidasse o volesse approfondire consigliamo la lettura del Regolamento del Gioco del Calcio cliccando qui.
IL “LASCIA”
La parola “lascia” non è vietata, è una parola come un’altra che non è nè una parolaccia nè un’ingiuria quindi è permessa. Ciò che non è permesso è ingannare un avversario. Con qualsiasi parola questo venga fatto, quindi anche con “lascia” ma anche con: “mia”, “pss… pss”, “sono dietro”; etc... Se ne deduce che non è assolutamente infrazione dire “lascia” ad un proprio compagno se nelle vicinanze non c’è nessun avversario che può essere ingannato. Il portiere invece fa eccezione potendo sempre dall’interno della sua area di rigore “chiamare la palla”.
LA DISTANZA
Nel Regolamento esiste una sola distanza a cui devono obbligatoriamente andare i giocatori della squadra che subisce un calcio di punizione e cioè metri 9,15 (6 m. per il calcio a 7). Non è vero che per andare a 9 e 15 devono chiedere distanza, non è vero che si può stare a 1 metro, non è vero! Bisogna andare a 9 e 15 e basta. E’ ovvio che gli arbitri cercano di avere un po’ di buon senso, basta che ci sia lo spazio per battere e va bene, ma quello che è fastidioso è quando l’arbitro chiede al giocatore di allontanarsi dalla palla per far si che gli altri possano battere (perchè hanno DIRITTO di farlo) e gli viene risposto: “sono a 1 metro”, “così battono e non è giusto”, “ti inventi le regole”, insomma quello che si sente normalmente.
L’AMMONIZIONE SUL FALLO DI MANO
Il fallo di mano per essere fallo deve essere volontario (a discrezione dell’arbitro, ovviamente). Ok questo lo sappiamo tutti. Ma nel momento in cui l’arbitro decide che è fallo, non è che il giocatore debba essere sempre ammonito. La regola è molto chiara, il fallo di mano si ammonisce quando impedisce alla squadra avversaria, o propizia per la propria squadra, lo sviluppo di una importante azione di gioco. Bene. C’è scritto che dipende da quanto il fallo è plateale? NO! C’è invece scritto che dipende dall’azione! Quindi anche se un giocatore fa una parata quella che va valutata è SOLO L’AZIONE, lo sviluppo che avrebbe potuto avere (ovviamente anche questa è una valutazione dell’arbitro…)
Sicuramente ne dimentichiamo qualcuna, ma queste sono le prime “leggende metropolitane del calcio” che ci sono venute in mente o perlomeno che riteniamo le più comuni.
“Leggende” che durante le partite portano spesso proteste assurde. Utopia sperare in una maggiore conoscenza delle regole?
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