Siamo vicini all'inizio delle “ostilità”: domenica 2 Ottobre, con il primo turno di Trofeo Campioni e Coppa Liguria si sentirà nei campi di tutta Genova il fischio di inizio della 32^ Coppa Dei Quartieri AICS. Un fischio che verrà dato, ancora una volta, dal piccolo plotone di arbitri che già da tempo sta studiando e si sta preparando per questa nuova stagione di calcio. Proprio sabato si è svolto il loro raduno generale: molto lavoro per tutti, teorico ed in campo. Qualche piccola novità nel regolamento: niente più gol diretto dal dischetto di centrocampo al fischio di inizio (che molte squadre ormai provavano sistematicamente) e niente più scaldacollo in campo, per motivi di sicurezza. Noi ci soffermiamo spesso sulle vicende delle squadre e dei giocatori, sulla loro voglia, la loro passione per questo sport, ed è naturale dare a loro tutto lo spazio che meritano, essendo i grandi protagonisti dei nostri campionati. Ma c'è una squadra fatta di sportivi di cui non si parla mai, che lavora in silenzio, che non vince mai nessuna partita, che mette in campo la stessa passione con cui voi preparate il campionato in ogni singolo dettaglio: la squadra degli arbitri. Mi permetto una citazione dalla rivista “L'Arbitro”, risalente addirittura al Marzo 1925: “L'arbitraggio non è un mestiere: è soprattutto una nobile e pura passione, che ci porta sui campi di gioco, sportivi fra gli sportivi. È assolutamente necessario ristabilire quel minimo di ordine e di disciplina, senza dei quali il calcio cessa di essere una sana e bella competizione, verso gli arbitri quel minimo di deferenza e di rispetto senza dei quali l'ufficio non è più quello del giudice ma del medievale buffone”. Come potete notare, è una citazione di 86 anni fa, ma è quanto mai attuale, perchè questi sono sempre stati i problemi di un mestiere davvero difficile. Un mestiere che fa solo chi ha una grande passione per questo sport, e tutta questa passione in qualche modo va ricompensata. L'arbitro è in campo come tutti, può fare grandi prestazioni o sbagliare qualcosa, allo stesso modo di come un attaccante sbaglia un gol. L'attaccante dopo l'errore spesso riceve una bella pacca sulla spalla da un compagno, l'arbitro non la riceve da nessuno, deve lottare per difendere le sue decisioni. Un uomo solo in mezzo al campo con una quindicina di giocatori di opposte fazioni. Un eroe moderno, a modo suo. Che sceglie questo mestiere non per soldi, ma per passione. E la loro passione va rispettata in campo, sempre. Non arriveremo alle pacche sulle spalle, ne sono certo, ma con un po' di rispetto per chi è al campo sportivo come voi a prendere freddo, pioggia, neve, vento per farvi giocare a pallone e a divertirvi nel rispetto delle regole, si potrà arrivare ad una giusta convivenza, che queste persone meritano per il duro lavoro che svolgono. Grazie, giacchette nere, per aver scelto di stare da soli in mezzo al campo. |