Passano gli anni, si evolvono i campionati, cambiano i volti ma le “commedie” sono sempre in replica. Basta poi chiacchierare con altri organizzatori e il copione è proprio lo stesso. Ad ogni scadenza di pagamento la trama è un continuo riavvolgersi.
Ogni anno stabiliamo le quote, il prima possibile perché le squadre le vogliono sapere “per organizzarsi in tempo!…”, e a costo di rimetterci cerchiamo di non modificarle più (anche quando i campi ci tirano dei siluri che non ti dico), poi vogliamo garantire la massima trasparenza e prepariamo un bel schemino con le quote tutte ben suddivise, spiegate, dettagliate, con le datine di scadenza e le relative minacce di scomunica per chi le trasgredisse. Lo schemino lo consegniamo ad ogni squadra ma a volte chissà che fine gli fanno fare, comunque per non sbagliare ecco che usciamo ripetutamente e pedantemente sui Comunicati Ufficiali con il promemoria delle scadenze da divenire, poi con il promemoria che è scaduta (personalizzato per ogni squadra), poi con il promemoria minaccioso (“o paghi o te li vengo a cavare come un dente…”) sempre personalizzato, e di contorno inviamo e-mail a destra e a manca e, crepi l’avarizia, ogni tanto anche un ansioso Sms.
A questo punto quasi tutti arrivano, sia pur in ritardo, a versare l’obolo e quando gli applichi la prevista penale fanno gli occhioni languidi e severi come dire “ma come… proprio a me?”.
Poi inizia la vera commedia. Per tutti gli altri (per fortuna pochi) alla fin fine un commissario si presenta al campo con una busta e un ordine: “pagare o non giocare”.