“Perché il calcio di vertice può ripartire e il calcetto no? Il comitato tecnico scientifico ci spieghi le ragioni: intanto si sappia bene che non solo lo sport di vertice muove economia, ma che ne muove tanta anche lo sport amatoriale, dove milita la stragrande maggioranza degli sportivi italiani. Se non ci faranno ripartire, i danni non saranno più recuperabili”. Bruno Molea, presidente dell’Associazione Italiana Cultura Sport (AiCS), tra i primi enti di promozione sportiva del Paese, commenta così il no del Cts alla ripresa degli sport di contatto. “Se dietro vi sono ragioni strettamente sanitarie - commenta Molea -, allora non si capiscono i locali aperti, le adunanze di amici, la ripresa dello sport di contatto ma solo professionistico come il calcio di massima serie. Non si può però continuare a trattare lo sport con due pesi e due misure, come se gli interessi economici sullo sport di massima serie valessero di più di quelli mossi dallo sport amatoriale. Gradiremmo si capisse invece quanto danno si sta creando a chi ha investito sullo sport amatoriale di contatto, come il calcio o il calcetto, il ballo, le arti marziali e altro. Al peso economico, si aggiunga poi che lo sport amatoriale è anche socialità e leva di coesione: continuare a tenerlo fermo con la paura dei contagi mentre si apre ad attività simili per ragioni a noi sconosciute, si fa solo il male della comunità”. “Davanti al perdurare di questi divieti - ribadisce Molea - sorge spontaneo chiedersi se ci stiano dicendo tutto o se ci siano invece altre verità da conoscere sui contagi. Lo sport amatoriale ha già dimostrato di sapersi dotare delle dovute precauzioni e misure di sicurezza per la ripresa degli allenamenti: saremmo in grado di fare lo stesso anche per gli sport di contatto. Il Cts ci ripensi e intervenga il ministro Speranza”. |