Per prima cosa prendo atto con amarezza della scarsa serietà dei gestori dei campi. Sul Don Bosco, a causa di precedenti esperienze, avevo pochi dubbi. Per di più i problemi di quel terreno di gioco sono molteplici. Devo però rilevare che si è fatto troppo, troppo, troppo casino intorno a quel campo (parlo delle squadre) attaccandolo a proposito (assenza di barriere tra i 2 campi - trascurando il fatto che anche a Begato 3 lati su 4 hanno reti ridicole -, pericolose grate metalliche lungo la linea dell'out) e a sproposito: qualcuno si è lamentato dell'illuminazione (se giocasse spesso al Branega cosa farebbe? Ritirerebbe la squadra come Galliani al Velodrome?), altri della distanza tra lo spogliatoio dell'arbitro e quelli delle squadre (...). Il risultato è che ci si ritrova al punto di partenza. Certo, nessuno poteva prevedere che a Begato fossero così menefreghisti però questo dimostra che, prima di voler scartare a priori un campo in erba sintetica (superficie-miraggio per tanti anni e motivo per cui abbiamo scelto il Don Bosco come campo preferito nonostante le sue magagne) sarebbe il caso di ragionare un po' di più (e parlo sempre delle altre società). Il vostro criterio di scelta credo sia stato: scarsa affidabilità dei campi=addio al campo e trovo che sia ineccepibile. Solo mi fa un po' rabbia pensare che una delle poche squadre, la nostra, che non ha mai rotto le scatole per i campi, facendoseli andare bene tutti, debba perdere il campo di casa in sintetico per tornare alla terra (così presumo, visto che campi in erba non ce ne sono 100) o, nella migliore delle ipotesi, prepararsi a trasferte fino a Ceranesi (perchè, ad occhio e croce, questa dovrebbe essere una delle possibilità).
(segue)